Detto "Alberto".
Iscritto al Partito Socialista Italiano.
Nel 1920, essendo capolega dei braccianti di Pianoro, fu uno dei principali dirigenti, su scala comunale, dellʼagitazione agraria conclusasi con il concordato Paglia-Calda.
Nello stesso anno fu eletto consigliere comunale per il Partito Socialista Italiano a Pianoro.
Per la sua partecipazione alla lotta agraria, subì persecuzioni da parte dei fascisti.
Il 13.7.1921, mentre transitava per una strada di Bologna, venne aggredito, bastonato e consegnato alla polizia.
In seguito fu nuovamente aggredito e bastonato dagli squadristi.
Nel 1922, per sottrarsi alle persecuzioni, emigrò in altro comune.
Restò sempre fedele alla sua idea.