Nel 1921 si iscrisse al Partito Comunista Italiano e divenne segretario della cellula comunista della Azienda tranviaria municipale di Bologna (agli inizi composta da 6 militanti) dirigendone lʼattività per 15 anni.
Subì in tempi diversi tre aggressioni dai fascisti, lʼultima delle quali, nel 1935, lo costrinse allʼospedale per 88 giorni per commozione cerebrale, rendendolo inabile al servizio.
Fu perciò licenziato dallʼATM, ma non cessò i rapporti con gli antifascisti che agivano al suo interno.
Arrestato il 3.11.1938 insieme con diversi tranvieri, venne deferito al Tribunale speciale con sentenza istruttoria del 16.6.1939.
Il 21.7.1939 fu condannato a 5 anni di carcere per ricostituzione del Partito Comunista Italiano, appartenenza allo stesso e propaganda.
Venne rinchiuso nel carcere di Castelfranco Emilia (MO) fino al 31.12.1941.
Durante la lotta di liberazione militò nella 62.a brigata Camicie rosse e operò a Monte delle Formiche (Monterenzio).
Riconosciuto partigiano dallʼ1.6.1944 alla Liberazione.