Il 23.5.1921 venne arrestato perché accusato di avere partecipato a uno scontro a fuoco con i fascisti, avvenuto il 17.4.1921 a Pian di Macina (Pianoro).
Il 14.12.1922 comparve davanti alla corte dʼassise di Bologna per rispondere di 7 mancati omicidi e porto abusivo di arma e di bomba.
Il 19.12.1922 fu assolto con formula piena e scarcerato.
Nel 1924 fu aggredito e pugnalato dai fascisti; per le ferite riportate rimase per oltre sei mesi ricoverato in un ospedale di Bologna.
Per sottrarsi alle persecuzioni squadristiche, nel 1926 si trasferì a Milano dove venne arrestato perché trovato in possesso di una scheda e di una somma di danaro per la sottoscrizione a favore dei minatori inglesi.
Nel 1927 espatriò clandestinamente in Francia.
Nei suoi confronti venne emesso un mandato di cattura nel caso fosse rimpatriato e classificato comunista.
A Parigi restò sino al 1936 svolgendo intensa attività politica nelle organizzazioni antifasciste.
In quellʼanno partì per la Spagna e si arruolò nelle brigate internazionali per difendere la repubblica spagnola.
Venne inviato in Biscaglia, dove la pressione delle forze franchiste era più forte.
Combattè valorosamente nelle fila della Milizia popolare e cadde il 4.9.1937 sulla Puncha (Irun).
Essendo allʼoscuro della sua morte, nel 1939 la polizia italiana confermò lʼordine di arresto, se fosse rientrato in Italia.