Nome di battaglia "Salam".
Militò nella 36.a brigata Bianconcini Garibaldi con funzione di caposquadra e operò sullʼAppennino tosco-emiliano.
Nella prima decade di maggio 1944 fece parte della squadra che al comando di Giovanni Nardi si recò a Imola per conferire con il
Comitato di Liberazione Nazionale locale.
Il 10.5.1944 il gruppo, mentre rientrava in brigata, dopo aver seguito il crinale dal Monte Faggiola al Cimone della Bastia, si fermò a Casetta di Tiara (Firenzuola - FI) dove venne sorpreso dai nazifascisti appostati allʼOtro.
Fu massacrato insieme ai compagni.
Unico testimone fu don Arturo Cinelli parroco di Casetta di Tiara che protestò contro la barbara uccisione e riuscì a evitare quella di Giuseppe Maccarelli.
Il primo partigiano accorso dopo lʼeccidio fu Graziano Zappi.
I corpi dei partigiani vennero sepolti nel cimitero di Casetta di Tiara dove rimasero fino alla liberazione.
Riconosciuto partigiano dallʼ1.1.1944 al 10.5.1944.